Mentre l’Italia si ostina a considerare il CBD al pari una sostanza stupefacente, ignorando il parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e delle più autorevoli voci scientifiche internazionali, il resto del mondo avanza verso il progresso.
Il 16 luglio 2024 anche la Food Standards Agency (FSA) del Regno Unito ha rilasciato una valutazione positiva di sicurezza per l'isolato di CBD naturale. Il parere scientifico dell’FSA è stato reso noto nel corso della procedura che EIHA (European International Hemp Association) sta portando avanti insieme a Enecta e ad altre aziende partner per l’approvazione del CBD come Novel Food in UK.
Nel comunicato la FSA ha specificato in modo chiaro ed inequivocabile che il CBD è una sostanza sicura e completamente priva di rischi per la salute umana secondo le condizioni di utilizzo proposte da EIHA nella sua Applicazione “RP427”. Questa valutazione permette ai prodotti con CBD associati alla domanda presentata da EIHA di avanzare alle fasi di controllo successive per ottenere l'approvazione definitiva in Regno Unito.
Quando anche l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) rilascerà il suo parere sulla sicurezza del CBD per la salute umana (e succederà presto) il CBD potrà essere presente negli scaffali dei negozi di tutta l’Unione Europea e l’Italia resterà indietro. E mentre Paesi come il Regno Unito, la Grecia, la Francia o la Repubblica Ceca, stanno facendo il possibile per integrare il CBD nel mercato legale e favorire la crescita economica e il progresso scientifico del loro paese, noi vediamo sfumare importanti opportunità economiche e sociali a causa di posizione miopi e retrograde.
Questo grande divario che ci vede andare in direzione ostinata e contraria al resto del mondo, crea vulnerabilità e scontento tra coltivatori e gli imprenditori italiani, che si troveranno ad affrontare importanti perdite economiche, ma anche tra i consumatori, che avranno molte difficoltà nel reperire CBD di qualità a prezzi accessibili.
La situazione legislativa del CBD in Europa
L’Unione Europea ha preso posizione a favore del CBD in diverse occasioni.
In particolare, va menzionata la famosa sentenza “Kanavape” (C-633/18) della Corte di Giustizia Europea.
In tale occasione i giudici europei hanno stabilito che “Uno Stato membro non può vietare la commercializzazione del Cannabidiolo (CBD) legalmente prodotto e
commercializzato in un altro Stato membro, qualora sia estratto dalla pianta di
Cannabis sativa nella sua interezza e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi
semi” e che eventuali provvedimenti restrittivi a tutela della salute pubblica
devono basarsi su “dati scientifici disponibili” e non su “considerazioni
puramente ipotetiche”.
Inoltre, in quell'occasione, la Corte ha precisato che un’interpretazione della Convenzione Unica degli Stupefacenti che implichi la classificazione del CBD come stupefacente “sarebbe contraria allo spirito generale di tale Convenzione e al suo obiettivo di tutelare “la salute fisica e psichica dell’umanità” in quanto“ allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, di cui è necessario tener conto, a differenza del
tetraidrocannabinolo (comunemente noto come THC), anch’esso un cannabinoide
ottenuto dalla canapa, il CBD in questione non risulta avere effetti psicotropi
né effetti nocivi per la salute umana”.
Pertanto, la sentenza della CGUE ha chiarito due punti importanti.
Oltre a quanto sopra inoltre:
a) il CBD naturale è stato inserito da qualche anno nel Cosing (Cosmetic ingredient Database) ed è quindi un ingrediente legalmente ammesso nei cosmetici prodotti e venduti in Unione Europea;
b) l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) sta attualmente valutando la richiesta di EIHA (European International Hemp Association) e di Enecta di autorizzare il commercio del CBD come Novel Food in Unione Europea. Il parere definitivo di tale Autorità dovrebbe essere rilasciato entro il 2025.
Già nel 2017 l ’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) affermava che le preparazioni di cannabidiolo puro, con meno dello 0,2% di THC, non devono essere sotto controllo internazionale perché non creano danni né dipendenza.
In Germania, il 26 maggio 2021, il Tribunale amministrativo di Düsseldor ha annullato il divieto cittadino di vendere prodotti con CBD naturale;
In Francia il Consiglio di Stato di Parigi, con ordinanza 24 gennaio 2022, ha sospeso l’ordinanza governativa che limitava l'impiego di fiori e foglie di canapa alla sola produzione industriale di estratti e il Conseil d’État francese, con sentenza 29 dicembre 2022, ha annullato definitivamente tale provvedimento;
La Corte Suprema amministrativa di Varsavia, con sentenza 17 febbraio 2022, ha annullato il provvedimento del Chief Sanitary Inspector che qualificava la Cannabis Sativa L. come novel food;
CBD e UK
Anche in Regno Unito EIHA, insieme ad Enecta e ad altre aziende partner, sta portando avanti una domanda di autorizzazione per il commercio di CBD come Novel Food.
Nell’ ambito di tale procedura, l'FSA (Food Standard Agency) del Regno Unito ha recentemente rilasciato il proprio parere scientifico, assicurando che il CBD non presenta rischi per la salute pubblica né svantaggi nutritivi, secondo i quantitativi e le modalità d’uso proposte da EIHA nella sua applicazione.
La domanda dovrà ora affrontare gli ultimi step prima di ricevere l’approvazione definitiva.