Questo articolo è costantemente aggiornato sul nuovo decreto Sicurezza e in particolare sulle restrizioni che l'articolo 18 del decreto impone al settore della canapa.
Decreto sicurezza: il 26 maggio si esprimerà la Corte Costituzionale
Il nuovo decreto Sicurezza è per fortuna, già al centro di un acceso dibattito. Non ha sollevato forti perplessità solo tra le opposizioni, ma anche tra giuristi ed esperti del settore.
Ora, a destare particolare attenzione è un caso sollevato dalla Procura di Foggia, che potrebbe portare il decreto direttamente davanti alla Corte costituzionale.
Il problema riguarda un processo per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni a due agenti della polizia ferroviaria. Paradossalmente, sono stati gli stessi inquirenti, dopo aver chiesto il rinvio a giudizio, a mettere in discussione alcune delle aggravanti previste dal decreto.
Le nuove norme, dicono, sembrano incoerenti, se non addirittura prive di fondamento logico...
Sono in molti, tra gli esperti di diritto, ad avere dubbi sulla legittimità e la costituzionalità dell'intero decreto, compreso l'articolo 18 relativo ai divieti di coltivazione della canapa.
Di seguito ti spieghiamo cosa sta succedendo.
Decreto sicurezza canapa: scatta il ricorso
Il ricorso delle imprese italiane del settore della canapa sarà depositato oggi presso la Corte d'Appello di Firenze dai legali Giacomo Bulleri e Giuseppe Libutti su mandato delle associazioni Canapa Sativa Italia e Imprenditori Canapa Italia.
Nel ricorso si fa luce sul fatto che il governo ha omesso di notificare alla Commissione Europea l'introduzione della nuova norma, violando la direttiva EU sulla trasparenza del mercato unico.
Con una mail dell'11 aprile, la Commissione Europea, risponde a Raffaele Desiante, presidente ICI, il quale aveva invitato l'esecutivo europeo a verificare la compatibilità dell'articolo 18 del decreto con il diritto comunitario. La Commissione Europea risponde che:
" in caso di mancata notifica di una regola tecnica e dell'adozione di una regola tecnica in violazione degli obblighi previsti, i privati possono invocare gli articoli 5 e 6 dinanzi al giudice nazionale, il quale deve rifiutare di applicare una regola tecnica nazionale adottata in violazione dell'obbligo di notifica"
Significa che qualora il governo avesse violato le norme europee, l'articolo 18 del decreto non sarebbe valido.
DDl sicurezza canapa: 4 aprile 2025
Il 4 aprile 2025 il governo ha trasformato il DDL sicurezza in un decreto legge per accelerarne l’approvazione. In fretta e senza la possibilità di adeguato confronto, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto lo stesso giorno e l'11 aprile 2025, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha firmato.
Ora il decreto passerà dalle Camere per essere convertito in legge, cosa che dovrà avvenire entro 60 giorni per evitare il decadimento del decreto.
Purtroppo, l'articolo 18 del decreto impone nuovi stringenti limiti alla coltivazione e alla vendita della canapa con conseguenze drammatiche per il settore della canapa industriale, che da filiera legalmente solida diventa improvvisamente reato.
Di seguito ti spieghiamo cosa prevede nel dettaglio l'articolo 18 del decreto.
L'articolo, interviene pesantemente sulla legge 242/2016, quella che promuove la coltivazione e lo sviluppo della filiera agroindustriale della canapa.
Con l’articolo 18, il decreto limita la produzione di infiorescenze di canapa e dei suoi derivati. Sono vietati l'importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, l'invio, la spedizione e la consegna delle infiorescenze di canapa, attività sanzionabili come previsto dal Testo Unico sugli stupefacenti del 1990.
Per entrare nei dettagli, la norma aggiunge un nuovo comma all’articolo 2 della legge 242/2016, che esclude dai benefici normativi tutte le attività legate alle infiorescenze, anche quando si tratti di prodotti semilavorati o trasformati, come oli, resine o estratti.
Con l’approvazione del decreto sicurezza del 4 aprile 2025, l’intera filiera è stata rasa al suolo, parliamo di circa 3000 aziende, 1600 imprese agricole, 800 negozi locali e più di 700 aziende nel settore della trasformazione. Più di 40.000 lavoratori e lavoratrici rischiano la disoccupazione.
La nota paradossale e grottesca della faccenda poi sta nell’usare il seme come paravento: dal punto di vista tecnico-legale infatti, l’utilizzo del fiore di canapa per la produzione di semi è consentito.
In pratica però, questa possibilità si rivela quasi inapplicabile. La bozza del decreto specifica infatti che l’uso delle infiorescenze è lecito solo se “comprovatamente finalizzato” alla produzione di seme. Ma che cosa significa “comprovatamente”?
Per gli operatori del settore si tratta solo di un escamotage retorico per sostenere che il governo “proibisce il fiore ma non la canapa”. Come spiega l’avvocato Giovanni Bulleri in questo articolo sul Fatto Quotidiano invece, la legge richiede una dimostrazione contrattuale dell’avvenuta destinazione a seme, una condizione che, nel concreto, espone le aziende a rischi interpretativi, verifiche invasive e potenziali contenziosi.
Questa misura appare in aperta contraddizione con il diritto europeo. L’Unione Europea infatti, attraverso regolamenti e sentenze, riconosce la canapa industriale come prodotto agricolo e botanico nella sua interezza, fiore incluso, quando il contenuto di THC è inferiore allo 0,2% (con tolleranza fino allo 0,3% o 0,6% a seconda delle legislazioni nazionali).
Il decreto entrerà in vigore dopo 24 dalla pubblicazione sulla Gazzetta.
Noi, insieme alle associazioni di settore continuiamo a impegnarci per chiedere tutela e norme adeguate alla filiera, che si trova nell’impossibilità di pianificare il futuro oltre che la stagione produttiva.
Già il 22 ottobre 2024, il nostro CEO Jacopo Paolini, aveva partecipato alle audizioni in Senato in qualità di rappresentante della filiera della canapa per Confagricoltura e aveva espresso il suo giudizio sull'articolo 18 del disegno di legge, portando la voce del settore agricolo e delle numerose aziende che operano in questo campo. Puoi leggere del suo intervento qui.
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