Cannabis Sativa: storia e coltivazione
La Cannabis Sativa ha una storia antichissima che risale a più di 10.000 anni fa. Cominciò a essere coltivata in Asia Centrale e Medio Oriente per la produzione di fibra tessile. Poi iniziò a essere coltivata in Inghilterra e piano piano si diffuse anche in tutto l'Occidente. Grazie alla sua capacità di crescere in terreni difficili, come quelli sabbiosi o paludosi delle pianure fluviali, la Cannabis Sativa ha svolto per secoli un ruolo centrale nell’economia di molti paesi. Essendo una pianta estremamente versatile e resistente, veniva utilizzata per produrre l'olio per l'illuminazione, le fibre per i tessuti e la carta, le corde per la navigazione e persino il mangime per gli animali. In Italia, le città di Bologna e Ferrara divennero famose per la produzione di canapa di altissima qualità, utilizzata soprattutto per l’armamento navale, grazie alla grande richiesta di vele e corde per le navi.
La storia ci ricorda anche dell'utilizzo ricreativo della Cannabis sativa. Pensate che intorno a metà 800 a Parigi nacque Il Club des Hashischins o Club dei mangiatori di hashish, un gruppo che si dedicava a sperimentare gli effetti di alcune sostanze, in particolare dell'hashish, un derivato della Cannabis con un contenuto di THC molto alto, oggi illegale in Italia e in molti altri paesi. All'epoca tuttavia il Club aveva molto successo ed era frequentato anche da poeti e scrittori molto noti, come e Tra i suoi membri ci furono scrittori e poeti come Victor Hugo, Alexandre Dumas e Honoré de Balzac.
Il successo della pianta di Cannabis Sativa proseguì fino all’epoca delle prime navi a carbone, poi la domanda iniziò a calare. Con l’introduzione della coltivazione di cotone e juta in India e negli Stati Uniti, la canapa fu gradualmente sostituita. Anche la scoperta del petrolio influì negativamente: i nuovi combustibili sostituirono l’olio di canapa. Infine, la batosta: nel 1937 negli Stati Uniti ci fu il Marijuana Tax Act, che vietò la coltivazione della canapa, anche per usi industriali e medici. La famosa catena editoriale Hearst, che produceva carta da legno e usava solventi chimici, sostenne questa proibizione, e DuPont brevettò il nylon, puntando sui materiali sintetici. Ci fu una lunga campagna di stampa, in cui la canapa veniva associata solo ed esclusivamente a grandi quantità di marijuana, al suo uso ricreativo e a comportamenti criminali. Il proibizionismo ha cominciato allora a minare la reputazione delle pianta di Cannabis sativa, con effetti percepibili ancora ogg.
Oggi la pianta di Cannabis è a tutti gli effetti una risorsa ecologica e industriale, viene coltivata per produrre tessuti naturali, bioplastiche, alimenti, cosmetici ed estratti di cannabinoidi e pur affrontando ancora molte sfide legislative, si posiziona tra le colture più ecosostenibili del nostro tempo per via dei numerosi benefici che offre all'ambiente.
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