Come agisce il CBD sull'acne?
Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, il CBD è stato oggetto di numerosi studi in diverse patologie infiammatorie e immunologiche, come il morbo di Alzheimer, il diabete, la sclerosi multipla e l'artrite reumatoide. Questi risultati hanno aperto la strada a ulteriori ricerche sull'utilizzo del CBD in altre condizioni infiammatorie, come la psoriasi e l'acne.
Come uno studio su CBD e acne sottolinea, il cannabidiolo è in grado di modulare vie infiammatorie e immunologiche fondamentali, così come alcuni recettori specifici. Questo si traduce in una riduzione dell’infiammazione e, di conseguenza, nella diminuzione della produzione di citochine infiammatorie, come TNF-α, IL-1β e IL-6. Questi segnali chimici sono spesso proprio responsabili di aggravare le infiammazioni della pelle, incluse quelle tipiche dell’acne.
Un'altra ricerca ha indagato gli effetti del CBD sulle ghiandole sebacee della pelle umana, scoprendo che agisce come una sorta di blocco naturale della produzione di sebo. Durante lo studio è emerso che il CBD, applicato sulla pelle, riduce significativamente la produzione di sebo, che è una delle cause principali dell'acne.
Ma qual è il suo meccanismo d'azione? Il cannabidiolo inibisce l'azione di sostanze come l'acido arachidonico, l'acido linoleico e il testosterone, che si occupano di stimolare la produzione di sebo. Inoltre, il CBD aiuta a ridurre la proliferazione delle cellule sebacee attivando dei recettori specifici (TRPV4) e interferendo con le vie chimiche che portano alla produzione di sebo in eccesso.
Gli studi hanno inoltre confermato che il CBD è efficace contro batteri Gram-positivi, come lo Staphylococcus aureus resistente, lo Streptococcus pneumoniae e il Clostridioides difficile. Sembrerebbe che il CBD possa distruggere i biofilm batterici (strutture protettive che rendono i batteri difficili da eliminare) ed è stato osservato che il cannabidiolo può colpire anche specifici batteri Gram-negativi, come Neisseria gonorrhoeae, un patogeno considerato una minaccia urgente per la salute pubblica.
Il meccanismo d'azione principale di questo cannabinoide non psicoattivo sembra essere la rottura delle membrane batteriche, un approccio che potrebbe rendere difficile per i batteri sviluppare resistenza. In ambito cutaneo, il potenziale antimicrobico del CBD potrebbe essere utile proprio per l'acne, una condizione spesso aggravata dalla proliferazione di batteri come Cutibacterium acnes.
Ricapitolando quindi, il CBD può aiutare a gestire l'acne
- aiutando a ridurre e regolare la produzione di sebo
- alleviando l’infiammazione (rossore, gonfiore, dolore)
- svolgendo un’azione antibatterica
- proteggendo la pelle dallo stress ossidativo
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