CBD illegale: il CBD è legale in Italia?

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I prodotti Enecta:

  • non sono medicinali;
  • sono ottenuti da varietà di canapa iscritte nel Registro Comune Europeo e nel rispetto degli altri requisiti previsti dalla l. 242/2016;
  • sono stati regolarmente notificati nel Portale Europeo dei Prodotti Cosmetici (CPNP).

CBD illegale: la sentenza del Tar del 16 aprile 2025

Con la sentenza del 16 aprile 2025, il TAR ha respinto il ricorso presentato da diverse società attive nel settore della canapa sativa, che contestavano il decreto del Ministero della Salute del 27 giugno 2024.

Tale decreto stabilisce l’inserimento delle composizioni orali a base di CBD (cannabidiolo) ottenuto da estratti di cannabis nella Tabella B dei medicinali prevista dal D.P.R. 309/1990, cioè il Testo Unico sugli stupefacenti.

Il Tar ha respinto il ricorso sulla base di criteri:che riteniamo opinabili, ovvero:

  • Anche se il CBD non fosse dannoso, quando è estratto dalla pianta di cannabis non è mai completamente privo di THC.


  • Il CBD può interagire con il THC o con altri farmaci, e potenziare gli effetti psicoattivi del THC.


  • Non è possibile escludere effetti avversi o psicotropi del CBD nei prodotti non farmaceutici.

Per quanto riguarda il primo punto, vale la pena ricordare che i prodotti a base di CBD estratti da canapa certificata contengono, per definizione, livelli di THC talmente irrisori da non essere in grado di provocare effetto psicotropo o drogante. Come ricordava Lorenza Romanese, direttrice di EHIA, per ottenere un effetto drogante da quelle varietà di canapa bisognerebbe fumarne diversi ettari.

Per quanto riguarda il secondo punto, è vero che il cannabidiolo può interagire con alcuni farmaci, proprio come la maggior parte delle sostanze, dall'alcool alla lavanda, dall'iperico alla curcuma. Questo però non è un criterio sufficiente per dichiarare il CBD non sicuro. Semplicemente, chi segue una terapia farmacologica, dovrebbe avere (e solitamente ha) l'accortezza di concordarne l'utilizzo con il proprio medico, proprio come farebbe chi soffre di pressione alta prima di decidere se bere caffè e con quale frequenza.

Quanto al fatto che il CBD possa potenziare gli effetti psicotropi del THC, gli studi ci dicono esattamente il contrario: il cannabidiolo può aiutare a ridurre gli effetti psicotropi del THC.

Riguardo l'ultimo punto: che i prodotti a base di THC debbano essere sicuri e testati non abbiamo dubbi. Da più di 10 anni facciamo eseguire test scrupolosi da laboratori di terze parti che si occupano proprio di garantire la sicurezza dei prodotto. I nostri prodotti stati testati anche in diversi studi scientifici, per esempio sull'epilessia farmaco resistente.

Siamo quindi sicuri che anche le aziende di settore possono lavorare con trasparenza per garantire prodotti sicuri e di qualità.

CBD illegale: DDL sicurezza aprile 2025

L’11 aprile 2025, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottoscritto il decreto sicurezza, precedentemente approvato dal Consiglio dei Ministri il 4 aprile. Il provvedimento entra così nella fase parlamentare, dove dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni per evitarne la decadenza.

Il 4 aprile 2025 segna una svolta drammatica per il settore della canapa in Italia: il Consiglio dei ministri ha approvato il DDL Sicurezza convertito in decreto, evitando ogni confronto parlamentare e accelerando l’iter legislativo. Il risultato? Una vera e propria stretta sull'intera filiera della canapa, che da risorsa agricola benefica viene ora trattata alla stregua delle droghe pesanti.

Secondo l’avvocato Bulleri, tra i primi a interpretare la portata del decreto, gli oli di CBD ricavati da infiorescenze saranno considerati illegali, a prescindere dalla percentuale di THC presente. Restano legali solo quelli ottenuti da altre parti della pianta, come le foglie o lo stelo.

Facciamo un salto indietro per capire che cosa è successo.

Decreto CBD 2024

Il 6 luglio 2024 viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un decreto sul emanato dal Ministro della Salute CBD. Il decreto prevedeva di classificare le formulazioni orali contenenti cannabidiolo (CBD) come sostanze stupefacenti inserendole nella sezione B della tabella dei medicinali e vietandone la commercializzazione ovunque, tranne che in farmacia. In questo video, Jacopo Paolini, uno dei soci fondatori di Enecta, ci spiega alcuni punti fondamentali del decreto.

La sospensione del decreto CBD 2024

L'11 settembre 2024 il TAR del Lazio ha sospeso il decreto del 6 luglio 2024. Con questa sentenza, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso presentato dall'associazione Imprenditori Canapa Italia (ICI), fissando l'udienza successiva al 16 dicembre 2024. la sentenza è ancora in sospeso e nel frattempo, a settembre 2024, il governo ha presentato al Senato l'emendamento che prevedeva di rendere la canapa illegale, vietandone coltivazione e vendita di fiori e derivati.

Allora, anche l'associazione ICI aveva commentato positivamente la decisione del tribunale di sospendere il decreto, affermando che il collegio giudicante aveva riconosciuto la validità delle argomentazioni e sottolineando ancora una volta i gravi rischi economici e sociali che l'attuazione del decreto avrebbe potuto causare.

Questa sospensione ha rappresentato una grande vittoria per il settore della canapa e del CBD ed è stato significativo notare che anche i giudici hanno messo in luce le potenziali conseguenze dannose per gli agricoltori, gli imprenditori e tutti i lavoratori coinvolti settore della canapa. Il provvedimento giudiziale di sospensione, fortunatamente, ha come scopo quello di tutelare i venditori di CBD e tutti i lavoratori della filiera durante lo sviluppo del processo.

Di solito, la sospensione cautelare non viene concessa se non in presenza della sensazione dei giudici che vi sia una certa fondatezza nelle motivazioni del ricorso. E non è la prima volta che il Tar interviene in favore della filiera.

Di seguito, un piccolo excursus che ripercorre la storia legale del CBD in Italia.

Il CBD in Italia dal 2020 al 2025

  • Nel 2020, il ministro Roberto Speranza emana un decreto (1 Ottobre 2020) per inserire il CBD ad uso orale nella tabella dei medicinali estratti da sostanze stupefacenti. Il 28 Ottobre dello stesso anno, a seguito di numerose proteste da parte di cittadini, aziende produttrici e associazioni che utilizzano la Cannabis a scopo terapeutico e probabilmente anche a fronte di una consapevolezza sul danno economico per l’Italia, Speranza firma un nuovo decreto che sospende il primo e mette temporaneamente al sicuro il CBD dall’essere definito sostanza stupefacente

  • A distanza di tre anni, il 7 agosto 2023, il ministro della salute Schillaci firma un decreto che revoca a sua volta il precedente decreto di sospensione di Speranza. Pertanto dal 20 settembre 2023,  “le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo” verranno inserite nella tabella dei medicinali estratti da stupefacenti, che è allegata al Testo Unico degli Stupefacenti

  • Come comunicato da Imprenditori Canapa Italia, dopo il ricorso presentato dall'associazione al TAR del Lazio il 3/10/23, il Collegio Giudicante ha sospeso in via cautelare l'applicazione del Decreto del 7 agosto 2023 entrato in vigore il 20 settembre 2023

  • La sospensione del decreto è stata effettiva fino alla data della Camera di Consiglio del Collegio Giudicante, fissata al 24/10/2023. Il 24. 10. 2023, la Corte ha deciso di mantenere il decreto sospeso fino all'emissione del giudizio, fissato al 16. 01.2024

  • 6 Luglio 2024: il Ministero della Salute emana un nuovo decreto che viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e che inserisce i prodotti ad uso orale a base di CBD nella sezione B della tabella dei medicinali relativa alle sostanze stupefacenti e psicotrope. Questa decisione ignora il provvedimento del TAR del Lazio che aveva sospeso il precedente Decreto del 2023 dal contenuto identico. Inoltre, non tiene conto delle evidenze scientifiche in favore del CBD e anzi cita la raccomandazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nonostante questa inviti i paesi UE a non inserire il CBD in alcuna tabella di medicinali e/o stupefacenti

  • 11 settembre 2024: il Tar del Lazio sospende di nuovo il decreto e fissa una nuova udienza per il 16 dicembre 2024

  • 18 settembre 2024: approda in Senato l'emendamento del DDL sicurezza che prevede di rendere la cannabis light (canapa) illegale in Italia, vietandone sia la coltivazione che la vendita delle infiorescenze.

  • 4 aprile 2025: il governo trasforma il disegno legge in decreto, che viene approvato dal consiglio dei ministri. Il testo approvato interviene sulla legge 242/2016 e di fatto limita la produzione di infiorescenze contenenti CBD. Produzione, trasformazione, distribuzione e consumo delle infiorescenze, viene equiparato alle droghe tradizionali ad alto contenuto di THC. La filiera si prepara a essere rasa al suolo.

A guardar bene i dati, sembra che l'Italia vada completamente fuori strada rispetto alle linee europee, senza preoccuparsi di mettere in crisi un intero settore e provocare danni economici e occupazionali.

Quali sono i punti deboli del decreto sul CBD?

Ecco alcuni dei punti deboli del decreto sul CBD, che ormai si presenta ogni anno come un compleanno:

  • La convenzione Internazionale sugli Stupefacenti del 1961 non considera il Cannabidiolo (CBD) una sostanza stupefacente

  • L’Organizzazione Mondiale della Sanità specifica che non è una sostanza da tenere sotto controllo perchè non crea danni né dipendenza

  • La posizione italiana è in contrasto con le posizioni delle autorità francesi, inglese e tedesche, che hanno escluso l’inserimento del CBD nelle tabelle nazionali degli stupefacenti

  • La posizione italiana è in contrasto con la normativa e la giurisprudenza comunitaria che, per natura, sono di fonte superiore alle leggi italiane. Come stabilito nel 2020 dalla Corte di Giustizia Europea, il cannabidiolo non può essere considerato una sostanza stupefacente e pertanto “uno Stato membro non può vietare la commercializzazione del cannabidiolo (CBD) legalmente prodotto in un altro Stato membro, qualora sia estratto dalla pianta di Cannabis sativa nella sua interezza e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi semi”

  • Il decreto si riferisce alle “composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo”. Quindi, per ora, il CBD per inalazione probabilmente continuerà a circolare liberamente. Questa distrazione fa luce sul fatto che alla base del decreto non ci sia una volontà di evitare un eventuale rischio per la salute dei consumatori, ma un altro tipo di interesse

  • Il decreto risulta in contraddizione con la stessa normativa italiana ed in particolare la L. 242/2016 che permette la coltivazione di varietà di canapa per ottenere, tra i vari prodotti, anche quelli di tipo alimentare.

  • Il decreto risulta ambiguo in molte sue parti. Ad esempio, non chiarisce se il divieto riguardi i prodotti per uso orale che siano composti in parte da CBD o esclusivamente i prodotti composti unicamente da CBD come sostanza isolata.

Ma quindi...

Il CBD è legale in Italia?

Da quando il decreto sicurezza del 4 aprile 2025 entrerà in vigore, a partire da 24 ore dopo dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il CBD sarà legale in Italia solo se estratto da parti di piante ammesse, come le foglie e lo stelo. Restiamo tuttavia in attesa della sentenza definitiva del Tar, che potrebbe cambiare la carte in tavola.

L'informazione prima di tutto, il CBD non è uno stupefacente!

Già una precedente ordinanza emessa il 16 gennaio 2024 dal Tar del Lazio precisava che il CBD non è illegale. Anche allora l'ordinanza aveva accolto la richiesta del Ministero della Salute di rinviare la decisione della causa riguardante l'annullamento del Decreto 28.10.2020, che prevedeva l'inserimento delle composizioni ad uso orale di CBD nella sezione B della tabella dei medicinali.

Precedentemente, il 26 ottobre 2023, il Tar del Lazio, aveva confermato la sospensione del Decreto del 7 agosto 2023, che avrebbe voluto trattare il CBD come una sostanza stupefacente e illecita.

La nuova udienza era stata fissata per il 16 gennaio 2024. Il 16 Gennaio 2024 la decisione è stata posticipata al 24 settembre 2024.

Il Tar ha espresso diverse perplessità sulla motivazione del decreto che "appare priva della richiesta integrazione istruttoria e non sufficientemente chiara in ordine al profilo degli accertati concreti pericoli di induzione di dipendenza fisica o psichica".

La decisione del Tar sottolinea l'insensatezza e l'antigiuridicità del Decreto nonchè l'importanza di rispettare la normativa comunitaria europea e salvaguardare gli attori italiani presenti nella filiera.

CBD illegale in Italia: chi ne paga le conseguenze?

Il mercato della cannabis light in Italia genera circa 150 milioni di euro l’anno e impiega più di 40.000 persone. Dall'entrata in vigore del decreto sicurezza del 4 aprile 2025 ci saranno notevoli danni economici ma anche sociali se pensiamo ai posti di lavoro.

Tutte le aziende che hanno investito in coltivazione, produzione, trasformazione e commercializzazione del CBD pagheranno in un modo o nell'altro il peso di questo decreto.

Come puoi immaginare, la filiera legata al CBD è composta da diversi attori, quelli di seguito sono solo alcuni tra i principali:

  • I coltivatori di cannabis legale certificata
  • Le aziende che si occupano di estrazione di CBD 
  • I laboratori che si occupano di miscelazione di principi attivi
  • I laboratori di terze parti che si occupano di effettuare le analisi sul principio attivo
  • I reparti packaging
  • I rivenditori
  • I reparti marketing

Questa grande filiera, che non può restare invisibile, ha letteralmente costruito il mercato del CBD, generando un utile importante per il paese e dando lavoro a tante realtà diverse, anche e soprattutto a realtà locali a basso reddito o a giovani imprese formate da under 35. 

La totale cancellazione della filiera della canapa e l'utilizzo di CBD di tipo esclusivamente farmaceutico creerà un danno economico e occupazionale difficilmente recuperabile e quel che è peggio, lascerà spazio alle aziende straniere che ne approfitteranno per appropriarsi di una fetta importante del mercato italiano, come già stanno facendo, a discapito di chi ha scelto di investire lavorando in questo paese.

Inoltre, come emerge da un sondaggio effettuato da Swg e Cannabis Terapeutica sul nuovo decreto e sul nuovo inquadramento del CBD a cui hanno partecipato circa 1600 persone, in Italia c’è grande scontento da parte di chi utilizza il cannabidiolo rispetto alle nuove misure del governo. Il 92% degli intervistati è preoccupato dal possibile aumento dei costi del CBD, circa il 90% è convinto che il nuovo decreto sul CBD avrà conseguenze negative sulla propria salute e più del 50% ha paura che farà fatica a reperire il CBD con facilità.

Il CBD e la posizione dell'Unione Europea

Dall’Europa arrivano segnali incoraggianti: come riportano diverse testate, lo scorso 17 marzo, la Commissione per le petizioni del Parlamento europeo (Peti) ha esaminato una proposta avanzata da Mattia Cusani, presidente dell’associazione Canapa Sativa Italia. Il testo sottoposto all’attenzione dei commissari sostiene che limitare attività come la trasformazione, il trasporto e la commercializzazione dei fiori di canapa potrebbe violare i principi del diritto dell’Unione europea.

La Commissione Peti non esclude questa possibilità, anzi: sotto la guida del presidente polacco Bogdan Rzońca, ha deciso di approfondire la questione, chiedendo informazioni ufficiali alla Commissione europea e invitando Palazzo Berlaymont a sottoscrivere una lettera congiunta da inviare al Ministero della Salute italiano.

L’Unione Europea ha preso posizione a favore del CBD in diverse occasioni. 

In particolare, va menzionata la famosa sentenza “Kanavape” (C-633/18) della Corte di Giustizia Europea.

In tale occasione i giudici europei hanno stabilito che “Uno Stato membro non può vietare la commercializzazione del Cannabidiolo (CBD) legalmente prodotto e commercializzato in un altro Stato membro, qualora sia estratto dalla pianta di
Cannabis sativa nella sua interezza e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi semi” e che eventuali provvedimenti restrittivi a tutela della salute pubblica
devono basarsi su “dati scientifici disponibili” e non su “considerazioni puramente ipotetiche”.

In quell'occasione, la Corte ha precisato che un’interpretazione della Convenzione Unica degli Stupefacenti che implichi la classificazione del CBD come stupefacente “sarebbe contraria allo spirito generale di tale Convenzione e al suo obiettivo di tutelare “la salute fisica e psichica dell’umanità” in quanto“ allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, di cui è necessario tener conto, a differenza del tetraidrocannabinolo (comunemente noto come THC), anch’esso un cannabinoide
ottenuto dalla canapa, il CBD in questione non risulta avere effetti psicotropi né effetti nocivi per la salute umana”.

Pertanto, la sentenza della CGUE ha chiarito due punti importanti.

Oltre a quanto sopra inoltre:

a) il CBD naturale è stato inserito da qualche anno nel Cosing (Cosmetic ingredient Database) ed è quindi un ingrediente legalmente ammesso nei cosmetici prodotti e venduti in Unione Europea;

b) l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) sta attualmente valutando la richiesta di EIHA (European International Hemp Association) e di Enecta di autorizzare il commercio del CBD come Novel Food in Unione Europea. Il  parere definitivo di tale Autorità dovrebbe essere rilasciato entro il 2025.

Già nel 2017 l ’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) affermava che le preparazioni di cannabidiolo puro, con meno dello 0,2% di THC, non devono essere sotto controllo internazionale perché non creano danni né dipendenza

La situazione legislativa del CBD in Europa

In Germania, il 26 maggio 2021, il Tribunale amministrativo di Düsseldorf ha annullato il divieto cittadino di vendere prodotti con CBD naturale.

In Francia il Consiglio di Stato di Parigi, con ordinanza 24 gennaio 2022, ha sospeso l’ordinanza governativa che limitava l'impiego di fiori e foglie di canapa alla sola produzione industriale di estratti e il Conseil d’État francese, con sentenza 29 dicembre 2022, ha annullato definitivamente tale provvedimento.

La Corte Suprema amministrativa di Varsavia, con sentenza 17 febbraio 2022, ha annullato il provvedimento del Chief Sanitary Inspector che qualificava la Cannabis Sativa L. come novel food.

CBD e UK: l'FSA dice che il CBD è sicuro

Mentre l’Italia si ostina a considerare il CBD al pari una sostanza stupefacente, ignorando il parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e delle più autorevoli voci scientifiche internazionali, il resto del mondo avanza verso il progresso.

Il 16 luglio 2024 anche la Food Standards Agency (FSA) del Regno Unito ha rilasciato una valutazione positiva di sicurezza per l'isolato di CBD naturale. Il parere scientifico dell’FSA è stato reso noto nel corso della procedura che EIHA (European International Hemp Association) sta portando avanti insieme a Enecta e ad altre aziende partner per l’approvazione del CBD come Novel Food in UK. 

Nel comunicato la FSA ha specificato in modo chiaro ed inequivocabile che il CBD è una sostanza sicura e completamente priva di rischi per la salute umana secondo le condizioni di utilizzo proposte da EIHA nella sua Applicazione “RP427”. Questa valutazione permette ai prodotti con CBD associati alla domanda presentata da EIHA di avanzare alle fasi di controllo successive per ottenere l'approvazione definitiva in Regno Unito.

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